Il nuovo contratto a termine dopo le modifiche introdotte dal cd. Jobs act viene indubbiamente reso più semplice.

Infatti, è stato eliminato quello era definito causalone che rappresentava la regola generale per poter stipulare tra datore di lavoro e lavoratore un contratto a termine.

Si trattava, in buona sostanza, della necessità che vi fosse una specifica esigenza organizzativa, tecnica, produttiva o sostitutiva, altrimenti il rapporto di lavoro non poteva prevedere una scadenza.

Ora, invece, tale requisito non è più necessario in quanto fino alla durata di 36 mesi sarà possibile ricorrervi.

Ciò evidentemente rappresenta una grande semplificazione, ma consentirà anche di depotenziare i rischi di contenzioso che spesso hanno contrassegnato tale tipologia contrattuale, perché non era semplice in molti casi individuare se l’esigenza fosse o meno genuina.

Tuttavia, il limite di 36 mesi riguarda non solo il singolo contratto, ma il periodo complessivo di occupazione con analoga qualifica o anche equivalente e questo anche se frutto della stipula di più contratti di lavoro a termine o di utilizzo della somministrazione di lavoro.

A fronte di tale liberalizzazione, la legge prevede tuttavia dei limiti per evitare che il contratto a termine diventi la regola, mentre in realtà rimane ancora previsto che il contratto di lavoro normalmente sia a tempo indeterminato.

In particolare è previsto che i contratti a termine non possano superare il limite del 20% del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza al 1 gennaio dell’anno di assunzione. Per i datori di lavoro che occupano fino a cinque dipendenti è sempre possibile comunque stipulare un contratto di lavoro a tempo determinato.

Sono tuttavia previste alcune eccezioni, ad esempio per esigenze stagionali o per la sostituzione di altri lavoratori.

La violazione dei limiti comporta una sanzione amministrativa pari al 20% della retribuzione, per ciascun mese o frazione di mese superiore a quindici giorni di durata del rapporto di lavoro, se il numero dei lavoratori assunti i violazione al limite non è superiore ad uno. Se si supera tale soglia, la sanzione sale al 50%.

Tale sanzione si applica solo per i contratti stipulati dal 20 maggio scorso. Coloro che a tale data eccedevano tali limiti potranno mettersi in regola, invece, entro fine anno, altrimenti non potranno stipulare nuovi contratti.

fonte: www.consulentidellavoro.it/