La scadenza per la presentazione del modello 770 (31 luglio) incombe e della strannunciata proroga non c’è traccia, lasciando i Consulenti del Lavoro in balia dei ritardi e delle approssimazioni dell’Amministrazione Finanziaria. Viene riferito ufficiosamente che “il Dpcm è alla firma” ma nel frattempo l’angoscia sale negli studi, facendo dilatare la distanza con il Paese reale.
La presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Marina Calderone, commenta così il momento di stallo: “La vicenda diventa paradossale se si pensa che non passa giorno senza che la proroga venga data per certa sui giornali. Addirittura ne sarebbe stata individuata anche la data di rinvio (31.10), annunciata in occasioni pubbliche che però a niente servono rispetto alla certezza del diritto. E la normativa vigente dice che, nonostante i ritardi accumulati dall’Amministrazione Statale, tra una manciata di giorni scade il termine per presentare la dichiarazione dei sostituti d’imposta e i Consulenti del Lavoro, che assistono 1 milione e 500 mila aziende, restano appesi ad un filo. Risulta estremamente incomprensibile questa modalità di gestione dei rapporti con gli intermediari fiscali. Abbiamo già esternato tutto il nostro dissenso per questo modo di operare. Si vive e si lavora con una latente incertezza che va nella direzione opposta della compliance. Ci deve essere la presa di coscienza che gli imprenditori sono rappresentati nella stragrande maggioranza dai professionisti. Metterli in condizione di difficoltà significa non creare compliance, anzi al contrario. Che senso ha ufficializzare la proroga il giorno prima della scadenza? Perché non farlo una settimana prima? Forse perché i Consulenti del Lavoro sono professionisti coscienziosi, che non mettono a repentaglio di sanzioni i datori di lavoro e loro stessi? Cosi, magari lavorando di domenica e di notte, completano lo stesso il lavoro nei termini, per poi vedere la scadenza prorogata alla vigilia. Alla beffa così si aggiunge il danno subito e non certamente per responsabilità proprie. Ma il problema è di sistema e non episodico. È di fatto inutile fissare unilateralmente il calendario delle scadenze fiscali, così come avviene ora; scadenze che poi vengono spostate con puntualità annuale. Questo metodo che si ripete sta diventando una farsa. Da anni chiediamo un tavolo tecnico che si insedi a settembre e trovi un giusto equilibrio tra le esigenze dell’Amministrazione Finanziaria e quelle di imprenditori e professionisti. Così da evitare questo balletto che si ripete annualmente. Per centrare questo obiettivo confidiamo nel nuovo direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini“.